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Med Wind: un modello di transizione energetica sostenibile nel cuore del Mediterraneo

Il 4 febbraio 2025 ha segnato una tappa cruciale per il futuro delle energie rinnovabili in Italia. Presso la Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, si è tenuto l’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, organizzato da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Renexia, con la partnership di Seas Geosciences. L’incontro ha presentato i risultati dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) del progetto Med Wind, il primo parco eolico offshore galleggiante del Mediterraneo, situato a oltre 80 km dalla costa siciliana. Un modello esemplare di come innovazione, sostenibilità e inclusione possano convergere per accelerare la transizione energetica.
Un progetto per l’Italia e il Mediterraneo
Med Wind non è solo una sfida tecnologica, ma una visione strategica per l’autonomia energetica italiana. Con 156 turbine galleggianti e una potenza totale di 2,8 GW, il parco eolico offshore produrrà circa 9 TWh di energia pulita all’anno, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie e a ridurre le emissioni di CO₂ di 2,7 milioni di tonnellate annue. Il progetto, sviluppato da Renexia, rappresenta un investimento di 9,3 miliardi di euro, con ricadute occupazionali significative: 1.300 posti di lavoro diretti e oltre 2.000 indotti, oltre alla creazione di una filiera industriale italiana dedicata all’eolico offshore, oggi assente.
La scelta della tecnologia “floating” (galleggiante) garantisce un impatto minimo sull’ecosistema marino: le turbine, posizionate su strutture galleggianti ancorate al fondale, evitano trivellazioni e preservano i fondali. La distanza dalla costa (almeno 80 km) elimina impatti paesaggistici, mentre le indagini batimetriche e le mappe 3D hanno permesso di collocare le turbine in aree non critiche per la biodiversità, lontane dalle rotte migratorie di cetacei e uccelli.
Scienza e collaborazione: le fondamenta del successo
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), curato dal RINA, ha coinvolto un team multidisciplinare guidato dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn”. Le campagne di ricerca, durate 18 mesi nello Stretto di Sicilia, hanno rivelato un ecosistema marino straordinario, con foreste di coralli e spugne, alcune delle quali potrebbero essere specie mai catalogate. L’uso di veicoli robotici subacquei ed ecoscandagli multifascio ha permesso di mappare i fondali con precisione millimetrica, identificando anche i danni causati da anni di pesca illegale.
Silvio Greco, Vicepresidente della Stazione Zoologica, ha sottolineato: “Le particolari condizioni oceanografiche dell’area favoriscono una biodiversità unica. La sfida è conciliare produzione energetica e tutela di questo patrimonio”. Un impegno condiviso da Paolo Casciotti di Seas Geosciences, che ha spiegato come le tecnologie d’avanguardia dell’azienda garantiscano indagini geotecniche in acque profonde (oltre 900 metri) con il minimo disturbo ambientale.
Dialogo con il territorio e sostenibilità sociale
Renexia ha impostato Med Wind su un modello inclusivo, coinvolgendo istituzioni, comunità locali e settori produttivi fin dalle prime fasi. Protagonista di questo approccio è il dialogo con il comparto ittico: attraverso un tavolo tecnico dedicato, sono stati definiti accordi compensativi e progetti condivisi, come l’elettrificazione dei porti e un programma di raccolta della plastica in mare, sviluppato con CONAI. “Abbiamo previsto una fondazione da 180 milioni di euro per sostenere iniziative a beneficio del territorio”, ha dichiarato Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia.
Anche il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha riconosciuto il valore strategico del progetto: “Med Wind può contribuire al 2-3% della domanda energetica nazionale. Dobbiamo accompagnare queste tecnologie, garantendo tutela della biodiversità e sviluppo sostenibile”. Una visione condivisa da Alfonso Pecoraro Scanio (Fondazione UniVerde), che ha evidenziato come “le rinnovabili offshore, se ben progettate, possano diventare alleate della conservazione marina”.
Innovazione tecnologica e prospettive globali
L’evento ha messo in luce anche le ambizioni internazionali di Renexia. La collaborazione con Mingyang Smart Energy per la produzione di turbine eoliche in Italia (70% proprietà italiana, 30% cinese) mira a creare un hub tecnologico esportabile, incluso il mercato statunitense, dove Renexia è già attiva con un progetto nel Maryland attraverso la controllata US Wind. L’obiettivo è ottenere la certificazione europea per le turbine, garantendo standard elevati di efficienza e sostenibilità.
Roberto Danovaro, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UniVerde, ha sottolineato: “L’eolico galleggiante è una svolta per la sicurezza energetica, purché integrato con politiche di protezione degli habitat”. Un concetto ribadito da Giuseppe Onufrio (Greenpeace Italia), che ha definito Med Wind “un’opportunità per dimostrare come innovazione e ambiente possano coesistere”.
Verso il futuro: una svolta sistemica
Med Wind non è solo u’infrastruttura, ma un modello di “giusta transizione energetica”. La pianificazione del fine vita ne è la prova: dopo 25 anni, le strutture verranno smantellate e riciclate, restituendo il mare alla collettività. Intanto, il progetto stimola la nascita di competenze specializzate e collaborazioni accademiche, come quelle con le Università di Messina, Palermo e Genova.
Questo percorso dimostra che la sostenibilità richiede ascolto, scienza e visione. Oggi, Med Wind non è più un sogno, ma un cantiere del futuro. Un futuro in cui l’Italia può diventare leader nell’eolico offshore, trasformando il vento del Mediterraneo in energia pulita, progresso e speranza per le nuove generazioni.
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